Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #240

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Ci si acconcia a disperata difesa a pochi metri dal nemico.

Ed ecco, ancora una volta, tutte le batterie dell’Austria su questi brandelli di compagnie, e urli di colpiti, e gemiti senza fine, senza fine.

Non ci si può muovere più.

Dove uno s’è ficcato, ci resti e preghi Iddio che non ci picchi dentro la pallottola o lo scheggione.

Tutto il costone è battuto.

Il suolo dà l’impressione che sia percosso da correnti elettriche, frigge, crepita, chi si sposta può rimanere paralizzato, le gambe spezzate, il rene spaccato.

E il lagno del sergente col rene spaccato dura monotono, uguale, dall’alba.