Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #286
Autore | Monelli, Paolo |
---|---|
Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Centellinando qualche delicato ricordo famigliare: sollievo di poter riportare ancora una volta questo figliuolo prodigo a quei poveri vecchi laggiù — a cui non si aveva il coraggio di pensare il giorno che s’andò fuori.
E poco male se la vita dovesse esser sempre così.
Ricordi si accumulano; un anno oggi, due anni oggi, s’era già in guerra — quest’altro anno saremo in giostra ancora chè non c’è ombra d’epilogo nel dramma.
Ma oggi s’accetterebbe tutto: per questa pienezza di rinascita, per il miraggio di una fuga a Feltre e a Bologna (questa volta questa volta essa concederà, la piccola capricciosa) — per questo premio voluttuoso di sole che spiana finalmente il viso così a lungo contratto.
Ma i generali che hanno sbagliato i piani, ma i supremi reggitori che non seppero tenere le nostre conquiste e diedero ordini incoerenti o nefasti, blaterano ora, rivedono le bucce ai morti ed agli scomparsi, macchiano di burocratica sanie i begli eroismi.
E intanto i soldati eroici laceri stanchi godono il riposo: quattordici ore di lavoro al giorno per scavare le trincee che i supremi reggitori non pensarono a far costruire prima.
Carta carta carta che aduggia che grava che soffoca, relazioni rapporti prospetti.