Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #373

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Deve essere stata composta la sera stessa dopo la battaglia — sotto un cielo povero come questo, dopo che il sergente ha cancellati dal ruolino i nomi dei morti ed ha fatto portare i loro zaini nel magazzino.

E per venirti a conquistare abbiam perduto tanti compagni tutti giovani sui vent’anni la lor vita non torna più...

Ecco, una sera come questa, una canzone come questa — si vorrebbe ritornare bambini e rannicchiarsi contro il grembo della mamma per non sentire il temporale che brontola che lampeggia che scuote la montagna — angoscioso nelle sue pause come nelle sue furie.

Andando verso la Divisione ho veduto degli autocarri con le ruote bianche di polvere.

E che subito desiderio del piano sonnolento, siepi bianche, strillare di cicale, odore di maceri, fette di cocomero all’ombra di una tenda caccolata di mosche:

E quei versi di Dante:

«Rimembriti di Pier da Medicina se mai torni a veder lo dolce piano che da Vercelli a Marcabò dichina.