Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #484

Torna alla pagina di ricerca

AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Il sergente Pianezze del Cismon, nel luglio del 1916 mette su sei o sette esploratori malcontenti — anche qui, licenza promessa e non veduta — e scappan tutti a casa, Lamon e Arsiè e Fonzaso (ci fu prima la storia d’una cassetta di bottiglie della mensa d’un battaglione di fanteria messa nella loro baracca insieme con altri fanti e un servizio di sentinella;

quei manigoldi di soppiatto votarono la cassetta, misero al posto delle bottiglie dei bossoli da 75, la richiusero, nessuno se ne accorse).

Stanno a casa tre, quattro, cinque giorni, ritornan su badiali e sorridenti.

Pianezze perde i galloni, ma chiede — e ottiene — di restar con gli esploratori.

Al Cauriòl il 19 ottobre è magnifico, una ferita alla fronte non l’ha fermato, ha trascinato avanti i compagni come fosse ancora sergente, è rientrato a notte dal combattimento, acceso, stravolto, un velo di sangue sul volto.

— Sior tenente, me dispiase d’averghene copà pochi de quei porçei:

— e se gliela danno, e se gli arriva a tempo prima che ci lasci la ghirba, avrà una medaglia d’argento.