Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #583
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
che la sua guerra più bella combatte il giorno di combattimento, ma gli resta poi l’altra d’ogni ora col topo con l’insetto col vento con le circolari che gli vietano di spogliarsi anche a riposo, col cantiniere che gli ruba sul vino, con la posta che si smarrisce;
il fante non interessa gli onorevoli preopinanti.
E i tardi chiamati alle armi deprecano la sorte di venire a far parte della purpurea fanteria così prodiga di sangue;
e chi speculò il volo dei velivoli nemici dalle altane fiorite (è uscito adesso un libro di Ezio Maria Gray che si può definire il libro d’oro dell’imboscatura italiana) vuole anche lui il suo soldo di guerra e il suo nastrino sul petto.
— Diavolo — dice Romanin — costa più la vita in città che in trincea.
— Siamo figli di cani — dice il dottore — presi a calci da chi dovrebbe baciare le nostre pèste, e maledetti dai profeti.
E ci squinterna sotto il naso, edizione di Colonia apud Naulaeum, 1679, la profezia di Ezechiele, la maledizione del fante: