Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #660
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
E De Fanti teme che si siano radunati nemici in angolo morto sotto il reticolato, e balza in piedi fra una raffica e l’altra sulla trincea e butta — e colpisce nel vivo — bombe a mano lì sopra, barba al vento, decisione d’eroismo stampata sulla faccia.
L’altra notte udimmo gli urli delle donne di Enego, quando v’entrò l’austriaco — e De Fanti pensa a sua madre e alle sorelle rimaste nel borgo cadorino e una volontà inflessibile di vendetta gli segna la fronte.
Ahimè, ho paura che stamattina non si mangi, né ufficiali né truppa.
Il vecchio Gallina ha mollato mestolo e forchetta, ed eccolo quì alle fucilate, e dove mira, azzecca.
E Ceschin ha lasciato laggiù le casse di cottura ed è venuto a cercare un fucile, e quando io mi meraviglio di vederlo qui e gli faccio i miei elogi, mi guarda attonito, meravigliato lui della mia meraviglia.
M’arrivano i complementi in linea.
Perché dice il generale: