Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #736
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Un levare di luna neghittoso sul bosco brulicante di insidia, gemiti di feriti, doloroso silenzio delle lontananze, donde si attende — invano — il grido della riconquista.
Le pattuglie inviate a cercare collegamento sulla sinistra non tornano più:
anche di lì c’è il nemico, che ci avvolge da tutte le parti.
A tratti, sghignazzano sinistri nel bosco gli spezzoni di De Simone.
Dieci casse ne abbiamo, dieci casse dobbiamo vuotarne sul nemico, chè la notte sia d’agonia e di terrore anche per lui.
Con l’alba, batter di mitragliatrici su di noi, e sempre l’inutile attesa.
Il sottotenente morto dorme accanto a me immobile e indifferente, e invidio quel suo sonno irrevocabile senza la visione del crollo enorme, del disfacimento, lui morto nella rabbia del contrattacco quando una certezza di vittoria dirige gli atti temerarî.