Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #769
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
alla tappa — un malinconico pascolo, baracche fra alberi densi, fumare della sera fredda da quinte oscure di monti — un po’di brodaglia al sego e un velo di pane.
Si dorme nella baracchetta pidocchiosa — poi il giorno dopo, alba di fame, e marcia, ancora, dell’orda sgangherata, vigliaccherie ed insofferenze, la disciplina scomparsa, solo un’ansia di cibo e di riposo.
Alle due del pomeriggio in fila, come mendicanti alla porta del convento, per ricevere un po d’acqua nera e tepida e un quarto di pagnotta, il sottotenente davanti a te ha i tuoi stessi diritti, ma lui se ne prevale, provoca con ostentazione e chiede l’approvazione dell’austriaco, questi interviene con superiore degnazione a far giustizia — è così forte l’umiliazione e la vergogna che i morti lassù sulla montagna contrastata sono ripensati con accorata invidia.
Il solito giaciglio alla sera a Caldonazzo, cameroni luridi, gelidi, pidocchiosi — senza cibo.
La fame accende gli occhi; snoda le lingue a discorsi incoerenti.
Rinchiusi nel casone sporco, ci si sperde per i cortili in cerca di insperato:
un orologio barattato per mezza pagnotta pare un affare d’oro, recriminazioni perché il barattante non ha più pane da cedere a quel cambio.