Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #832
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Chi sa com’è il mio.
Ma quando il colonnello austriaco ci annuncia che al nostro maggiore caduto prigioniero con noi, difeso da noi, è stata concessa la sciabola pur nella prigionia per la salda difesa del suo battaglione, del nostro battaglione, e borbotta poi poche sillabe di rallegramento — Alpini, ja, tapfere Leute, bravi, bravi — (però ci lascia dentro), pare d’un colpo che le pareti della prigione svaniscano nell’aria e intorno a noi sia ancora l’odore e il rumore del combattimento e l’ebbrezza di esser uomi i liberi in lotta, ancora la possibilità di decidere e di scegliere, e attorno i morti felici abbattuti nella speranza della vittoria.
Gagliotti dice:
— Capitano, se avessimo del nostro bianco di Col San Martino per brindare alla notizia:
Ma non abbiamo nulla.
Faremo comperare al carceriere buono, il tirolese dalla pipa ciondolante, dieci corone di marmellata, berremo l’acqua della brocca;
e il colonnello austriaco deve aver capito con chi ha da fare perché fa buttare nella stufa un po’di paglia che è vero che fa un fumo acre che ci morde la gola, ma dà anche un poco di calore.