Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #856
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Già proiettata, signore.
Domani nuovo programma.
Amore accorato disperato di patria sentito per la prima volta così forte qui nell’esilio coatto.
Favonio discioglie le nevi, primaverilmente luccicano i canali nella valle già verde ed acerba, odor di zolle fuma dal basso alla nostra tetra dimora.
Il sole e questo rinnovellarsi di stagione suscitano muffe verdi sugli stemmi episcopali degli archi sotto cui trasciniamo il nostro tedio e le nostre fantasie di lontananza.
Il colore dei suoi occhi un mattino d’aprile, la baracchetta dietro la trincea vigilata, battere con scarpe lucide il marciapiede bolognese, il tè nel caffeuccio ignoto della città ignota con l’amica sconcertante — ich glaube, Vaterlandsliebe nennt man dieses törichte Sehnen.
Bisogna tentare di nuovo la fuga.