Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #865

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

E, se dopo questi giorni di libertà sono riacchiappato, ed ammanettato, e perquisito, e tramutato di carcere in carcere fino alla mia vecchia prigione di Salisburgo, porto con me tanta freschezza di libertà di cui abbeverai polmoni e sensi nelle notti di marcia:

Nel candore lunare, per le strade ghiacciate, qua e là l’invisibile rombo dei torrenti seppelliti dalla neve, chiusa la valle dal puro diadema delle alte cime, l’andare era leggero e trepido come un’ebbrezza continua.

Ho bevuto alle acque dei fiumi.

Ho dormito le giornate seppellito nelle foglie secche dei tabià, nel fieno delle alpi, rabbrividendo talvolta per avervi udito frugar dentro il forcone del Tirolese.

Sono passato altre sere sotto un nevicare uguale e senza vento, per borghi taciturni, ma dalle finestre illuminate una malinconia della casa materna, di veglie tranquille in patria stringeva il cuore fino a farlo dolere.

(Chi ritroverà la figurina di fanciulla che la sera a San Giovanni in Pongau m’indicò — paurosetta — la via:).

Solo per il grande paese ostile — sotto la neve e la pioggia — e senso orgoglioso di dover passare così a tutti ignoto, di spiare ai passaggi a livello, di valicar cancelli e superar recinti, vagabondo malinconico e ostinato.