Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #881

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Specchio malinconico sotto la cenere vespertina, deserto di rive e d’abeti e di baracchette di legno fatte per amoreggiarvi con Gretchen:

ciarpame sentimentale che prende i sensi, tesi verso quella solitudine libera.

Il treno va fra boschi oscuri.

Ma a tratti una finestrella illuminata, occhio compassionevole da qualche casetta bassa e quelle voci di donne dal corridoio, dipingono un’umile dolcezza di focolare domestico, vigliaccherie affettuose di rintanarsi nel cantuccio della casa e non uscirne più, attizzare in pantofole un buon fuoco di legna in una cucina di mattonelle lucide (come quella che vidi ai piedi del castello di Salisburgo una sera nebbiosa, e mi parve che entrarvi, e restarvi libero, fosse il termine della felicità).

Braunau di Boemia.

Neve e rigore di tempesta su questa landa boreale, chiusa in fondo da monotone collinette boscose in cui i reclusi con me riconoscono le più odiate quote del Carso.

Bolletta, lamento uguale di fame nel ventre;