Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #924

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Oggi come ieri, come domani.

L’appello, la mattina, per le camerate squallide, l’ispezione la sera perché tutto sia buio nelle celle:

fra questa parentesi l’inutile vita nemmeno più tesa verso un futuro che non si osa indagare, che penzola monotonamente aggrappata a ricordi immutabili ed esasperanti.

Trepestio, calpestio per i corridoi infiniti delle baracche congiunte, che prendono luce dal soffitto, e s’ha talvolta l’incubo d’esser già morti e seppelliti, cadaveri irrequieti, che escono dalle loro tombe a far quattro chiacchiere negli ambulacri con gli altri defunti.

Odio per colleghi che l’austriaco costringe a tuoi intimi, vaporar di umanità fetida e gretta dai cinquecento rinchiusi, gregge affamato ed egoista, corpi ventenni dannati all’ozio e alla masturbazione.

Né io mi sento migliore, pur se pilucco con presunzione grani di saggezza qua e là, pur se una rossa veglia di combattimento irradia ancora e consola la mia umiliazione d’oggi.

Anch’io ho appreso a giocare a scacchi;