Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1162
Autore | Monelli, Paolo |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | L. Cappelli |
Luogo | Bologna |
Data | 1921 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | The University of Connecticut Libraries (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 227 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 227 |
Parti Gold | [122-131] [1-121] [132-229] |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Alto giusto come una gamba di Bellegante, ed amici indivisibili.
Andavano insieme a prendere i gabbioni, si mettevan in marcia col gabbione infilato nel bastone, il piccolo davanti, il grande indietro, su per la salita parevano creati apposta per quel mestiere.
Ma domani, che cosa ti resta da fare domani, Durigàn, se non riprendere il cammino della Svizzera:
E Degàn ripartirà per le cave d’oltralpe a batter il pistoletto, Da Sacco riprenderà gli arnesi da fabbro per la botteguccia di Salisburgo, Pellin andrà a vedere se la sua tirola ha fatto zaino a terra senza il suo intervento, Mezzomo guiderà ancora i carri su per le strade gelate, Zanella cercherà invano la casa sul Piave che la guerra gli ha spianato e partirà anche lui, dietro agli altri, per le miniere o le strade d’oltralpe.
Ricominceranno docili alla ferrea necessità di vivere il lavoro tenace e solitario, su per la montagna nemica, nella miniera insidiosa, fra la gente ignota.
E scenderanno la sera nel pozzo come s’avviavano sereni al loro turno di vedetta;
e abbatteranno i grandi alberi per le chiuse di fondo valle come li abbattevano per farsi i ricoveri della guerra.