Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1069
Autore | Gadda, Carlo Emilio |
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Professione Autore | Scrittore |
Editore | Garzanti |
Luogo | Milano |
Data | 1991 |
Genere Testuale | Diario |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 149 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 149 |
Parti Gold | 13-131 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Ricordo il sole ancor tepido e il letto dell’Astico e l’acqua marezzata al sole e alla luna. —
Ricordo la dolcezza lieta del Veneto.
Ricordo poi Iseo, Brescia, Verona, Lonigo, Torino; e prima Roma, (con Enrico), Napoli (Museo Nazionale, estasi) e Lagonegro, con la mamma. —
Dopo Torino il Carso, quota 319, quota 366 sul Faiti Hrb, e Rubbia, e Sagrado, e Sdraussina e Romans e S. Vito al Torre (Enrico) e Udine, e Cividale, (Chirò), e Clodig, e Drezenca e il Krasji.
E, poi, è meglio non ricordare, come sarebbe stato meglio non vivere. —
Finisco l’anno nel carcere, coi miei 19 compagni di prigione, che stanno già spogliandosi.
Ho fame, perché ho mangiato un quinto di pane, un pezzetto di gelatina di pesce puzzolente e un mestolo di acqua e sedano.