Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1571
Autore | Gadda, Carlo Emilio |
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Professione Autore | Scrittore |
Editore | Garzanti |
Luogo | Milano |
Data | 1991 |
Genere Testuale | Diario |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 149 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 149 |
Parti Gold | 13-131 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Tuttavia la coscienza del mio dovere, lontanamente e sempre compiuto in 2 anni di guerra, mi dette la pace (per i riguardi personali) in questo triste e difficile momento. —
Finalmente, parendoci di aver scorto qualcosa muoversi nella valle, eseguimmo alcune scariche con entrambe le armi, puntando a distanze minori di 300-400 metri.
Si noti ancora che in direzione della sella tra Krasji e Veliki, alla altezza di essa, al di qui del vallone dei caprioli c’è una propaggine, un promontorio montuoso, conosciuto col nome di Trucchetto.
Il cap. Croci e gli uff.li della 3.a batteria mi avevano assicurato che esso era munito di 2 pezzi da 70 montagna in caverna, che, in caso di sfondamento delle prime linee avrebbero fatto un fuoco terribile sugli assalitori del Krasji Veliki.
Io non sentii (noi non sentimmo), nemmeno un colpo, e questo era un nuovo motivo per non sparare. —
Inoltre è compito di un provetto mitragliere lo sparare poco, l’evitare inutili fuochi di paura, il tenere le munizioni solo al momento opportuno.
Noi avevamo poche munizioni, (causa il trasferimento improvviso), nastri recati a spalla dai pochi rifornitori e zappatori: