Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1644
Autore | Gadda, Carlo Emilio |
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Professione Autore | Scrittore |
Editore | Garzanti |
Luogo | Milano |
Data | 1991 |
Genere Testuale | Diario |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 149 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 149 |
Parti Gold | 13-131 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
il mio animo alternava il dubbio con la speranza.
Ero seccato dell’isolamento della mia sezione e del non aver bombe a mano, ma mi facevo animo, proponendomi di far pagar caro agli assalitori la loro avanzata:
pensavo e computavo i nastri di munizioni che ancor mi rimanevano per l’attacco a fondo, che presumevo si facesse forse l’indomani.
Verso sinistra ci sentivamo non sicuri, ma abbastanza protetti dalla 790.a (Krasji), dagli osservatorî, ecc.:
questa nostra sicurezza, derivante dalla nostra serenità e calma speranza, era per altro poco fondata.
Infatti il magg.re Modotti se l’era svignata nel pomeriggio, e credo con lui o poco dopo anche il furiere della nostra compagnia Ansaldi Vittorio, da Rovato (Brescia).
I cucinieri rimasero invece con gli ultimi.