Voci della Grande Guerra

Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1670

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AutoreGadda, Carlo Emilio
Professione AutoreScrittore
EditoreGarzanti
LuogoMilano
Data1991
Genere TestualeDiario
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot149
N Pagine Pref
N Pagine Txt149
Parti Gold13-131
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

la attribuii allo scoppio di qualche deposito di munizioni, come m’accadde sul Carso a dolina Como, mentre di ben altro si trattava. —

Con me stette sempre il mio attendente Sassella, il quale era triste, inquieto, nervoso.

Si direbbe presagisse.

Io non potevo presagire e il motivo (si tenga ben presente) era questo avendo sottostato ai terribili concentramenti d’artiglieria del Carso e di Magnaboschi, che duravano intere giornate; e ricordando la nostra fucileria di Magnaboschi che faceva per ore intere un unico suono fuso (non scoppiettio, ma boato unico) mi attendevo a qualcosa di simile qui, mentre non sentii nessuna fucileria e il bombardamento fu violento ma non demolitore.

Ero dubbioso e speranzoso:

tirando le somme passai però una notte terribilmente vigile e inquieta. —

(Ragione psicologica esatta che ricordo con lucidezza perfetta.)