Voci della Grande Guerra

Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1796

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AutoreGadda, Carlo Emilio
Professione AutoreScrittore
EditoreGarzanti
LuogoMilano
Data1991
Genere TestualeDiario
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot149
N Pagine Pref
N Pagine Txt149
Parti Gold13-131
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

E per quella scendemmo verso l’Isonzo.

Gruppi di soldati scendevano, a passo lento, senza premura.

Noi cercammo di affrettare il più possibile, forzando la marcia, ma tenendo sempre radunata la compagnia:

di Cerrato nulla sapevamo. —

Lungo la magnifica rotabile, di costruzione militare, che congiunge Drezenka al ponte in ferro di Caporetto una colonna ininterrotta di muli fermi e abbandonati testimoniava che il ponte era saltato, ciò che già sapevamo:

sapevamo pure che a Caporetto c’erano i tedeschi e perciò avevamo tenuto a destra, con l’intenzione di passare l’Isonzo a Ternova.

La colonna dei muli, preziosi e insostituibili strumenti nella nostra guerra da montagna, quasi cari compagni di pericoli e disagi per l’artigl. da montagna e le compagnie mitragliatrici alpine, fu un nuovo e doloroso colpo per me.