Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1815
Autore | Gadda, Carlo Emilio |
---|---|
Professione Autore | Scrittore |
Editore | Garzanti |
Luogo | Milano |
Data | 1991 |
Genere Testuale | Diario |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 149 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 149 |
Parti Gold | 13-131 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
In ogni modo ripiegammo lievemente a sinistra per poter scendere alla riva del fiume e risalirlo fino a Ternova o passarlo se in qualche punto fosse possibile a guado. —
Piegammo dunque un po’a sinistra, verso Caporetto, costeggiando il ciglio d’erosione, per alcune centinaia di metri;
ricordo che Mazzoleni Salvatore, il ciclista bergamasco della Val Seriana, bravissimo ragazzo, trascinava un mulo trovato randagio per ordine di Cola.
Io ne feci prendere un altro a Tognela Aristide (Valtellinese di Tirano, credo) classe 97;
(da borghese aveva la sua mula Perla, che mi raccontò conduceva in montagna a prender legna);
ma poi entrambi dovettero lasciarli, scendendo all’Isonzo, per la difficoltà del cammino. —
I soldati d’altri reparti, profughi e randagi, si frammischiavano alla nostra colonna, l’accompagnavano, la sorpassavano, facendomi inviperire per il disordine che ingeneravano.