Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #1997
Autore | Gadda, Carlo Emilio |
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Professione Autore | Scrittore |
Editore | Garzanti |
Luogo | Milano |
Data | 1991 |
Genere Testuale | Diario |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 149 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 149 |
Parti Gold | 13-131 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Ma sopra tutto l’impossibilità di passare l’Isonzo.
Io e Cola pensammo quindi ormai inutile il prolungare le nostre speranze;
sarebbe stato puerile.
De Candido uscì con un fazzoletto bianco, mentre io e Raineri guastavamo le armi della mia sezione, asportandone e disperdendone la culatta mobile, il percussore e altri pezzi.
Che dolore, che umiliazione, che pianto nell’anima anche in quest’atto ormai inevitabile.
L’ufficiale che a Torino aveva fatto il possibile per assicurare all’esercito il funzionamento d’un ottimo reparto, che aveva la consolazione d’esserci riuscito, dover gettare così le sue armi, lasciarle lì, negli arbusti:
Parimenti guastata fu l’arma della 3.a Sezione che ancor rimaneva.