Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #2065
Autore | Gadda, Carlo Emilio |
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Professione Autore | Scrittore |
Editore | Garzanti |
Luogo | Milano |
Data | 1991 |
Genere Testuale | Diario |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 149 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 149 |
Parti Gold | 13-131 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Ma ero istupidito. —
Disgraziatamente non pensai a riempirmi di galletta e di viveri.
Quanta atroce fame ora soffro. —
Il soldato mio Gobbi, bravissimo, e che s’era comportato benone, mi diede una giubba, trovata lì nella strada.
La presi, perché ormai tutto ciò non era che preda tedesca, ma non me ne servii mai, poiché rimase col mio sacco a Sassella. —
Proseguimmo e attraversammo la parte sinistra di Caporetto, nel dolce tepore autunnale.
Le case qua e là erano già occupate da tedeschi che v’installavano uffici, ecc.