Voci della Grande Guerra

Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #2075

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AutoreGadda, Carlo Emilio
Professione AutoreScrittore
EditoreGarzanti
LuogoMilano
Data1991
Genere TestualeDiario
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot149
N Pagine Pref
N Pagine Txt149
Parti Gold13-131
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

La truppa, come seppimo, era già in piena avanzata verso Cividale, e questa fu per me una nuova pugnalata nel cuore, sebbene sperassi che Cadorna riuscisse a colmare la breccia e a respingerli all’Isonzo. —

All’entrata del paese, e anche nelle case, muli morti e cadaveri (uno d’un ufficiale in una casa) asfissiati gli uni e gli altri:

qualcuno in atto di estrarre la maschera.

Nei prati pozze di granate, (ricordo una da 305) ma in complesso non come a Magnaboschi, e tanto meno sul Faiti.

Gli è che quelle granate arrivarono addosso a gente non avvezza (chauffeurs, borghesi, comandi) e cariche di gas asfissianti, producendo più panico che danno.

Due cocottes piene di sifilide e di sguaiato servilismo pregarono De Candido di raccomandarle a ufficiali tedeschi.

Cola e lui chiesero quale fosse la loro sorte e si fermarono a chiacchierare: