Lettere di combattenti italiani nella grande Guerra (vol.2) Frase: #95
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Edizioni Roma |
Luogo | Roma |
Data | 1935 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 241 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 241 |
Parti Gold | 7-46 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Ma Iddio, che fino ad oggi mi ha assistito, può disporre di me altrimenti, io non rifuggo certo da tale pensiero.
Anzi benedico l’occasione e l’amico con cui posso parlarne.
Assunto con grande soddisfazione al servizio militare, mi sono sforzato nel periodo d’istruzione per formarmi una vera anima da soldato, tanto da venire alla fronte pienamente compreso del mio compito d’onore.
Qui i pericoli, i disagi, la comunanza con tanti disgraziati hanno fatto che in me si infiamasse ancor più la fiaccola della fede, tanto alimentata dall’istruzione e dall’esempio dei miei santi genitori e del mio adorato Gianni prima; dei miei maestri di collegio per ben 10 anni poi.
Ho combattuto ed ho ucciso, ma del vinto ho sempre avuto rispetto, in lui ho visto l’uomo fatto a sembianza di Dio e l’ho sollevato, ho dato onore ai morti dell’altra nazione, ed anche per loro ho pregato.
Ma, certo, unito a qualche pregio vi sono molti difetti, debolezze umane che Iddio misericordioso, non per le mie pene, ma per l’intercessione di cento anime sante, vorrà perdonarmi.
Iddio ti ispirerà come sempre le parole di conforto per gli inconsolabili miei cari; e sono certo che, qualunque possa essere la mia morte in guerra, le ultime mie parole o l’ultimo mio pensiero sarà per Dio, per la famiglia, per la nostra cara Italia.