Voci della Grande Guerra

Lettere di combattenti italiani nella grande Guerra (vol.2) Frase: #826

Torna alla pagina di ricerca

Autore
Professione Autore
EditoreEdizioni Roma
LuogoRoma
Data1935
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot241
N Pagine Pref
N Pagine Txt241
Parti Gold7-46
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

io non potrei di punto in bianco, lasciare questo caro frastuono, questo continuo rombo di cannone, questo crepitio di fucileria, questo rullìo di mitragliatrici....

Oh, non è ch’io sia contento di questo terribile disastro che sconvolge l’Europa tutta, oh, no; anzi il mio animo è straziato dal grande dolore comune, ma io amo questo tramestio di frastuono perchè è il caratteristico della guerra, perchè debbo alla guerra se ho potuto provare anch’io quella grande soddisfazione di chi compie il proprio dovere;

debbo ad essa se posso andare con la fronte alta e dire:

anch’io ho offerto il mio petto, questo petto quale scudo alla mia Italia, giacchè è un po’anche mia, lo sento.

Anch’io domani, se sopravviverò, se non mi sarà concesso d’aver l’alto sublime onore di cadere sul campo stesso dell’onore, potrò dire guardando quei monti:

là sono salito sotto il grandinar dei proiettili, sono salito là, brandendo un fucile:

là dove è difficile salire con un bastone ferrato.