Lettere di combattenti italiani nella grande Guerra (vol.2) Frase: #885
Autore | |
---|---|
Professione Autore | |
Editore | Edizioni Roma |
Luogo | Roma |
Data | 1935 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 241 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 241 |
Parti Gold | 7-46 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
....
Ho amato le mie idee più di una madre, più di qualsiasi amante cara, più della vita.
Le ho servite sempre ardentemente, devotamente, poveramente.
Chè anche la povertà ho amato, come San Francesco d’Assisi e Fra Jacopone, convinto che il disprezzo delle ricchezze sia il migliore ed il più temprato degli usberghi per un a rivoluzionario.
Ho cercato sempre di adattare la mia vita ai dettami morali della mia dottrina: pur non essendovi riuscito chè la carne è fragile, ho l’orgoglio di asserire che il mio sforzo è stato sincero e costante.
Se il destino lo vorrà, morirò senza odiare nessuno — neanche gli Austriaci — e con grande rimpianto:
quello di non aver potuto dare tutta la somma delle mie energie che sento ancora racchiuse in me, alla causa dei lavoratori; con grande soddisfazione: di avere sempre obbedito ai voleri della mia coscienza....