Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #138
Autore | Prezzolini, Giuseppe |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | R. Bemporad |
Luogo | Firenze |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | Biblioteca Comunale di Trento |
N Pagine Tot | XV, 398 |
N Pagine Pref | 15 |
N Pagine Txt | 398 |
Parti Gold | 2-405 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Il comandante Ernesto Giovannini è caduto al suo posto di comando.
S’è coricato per dormire il suo sonno eroico tra il lido gradense e l’Istria sua.
Portava sempre in cuore la vecchia cittadella della sua gente, l’imagine di Capodistria severa e soave, come la rappresentò per amore nella tavola dell’Ingresso Benedetto Carpaccio.
Sempre vedeva nel cielo della sua speranza le code di rondine che fanno corona ghibellina al Palagio del Podestà, e la Cibele romana armata e alzata tra i due merli, e la porta della Muda aperta a un altro Ingresso, e i balaustri della fonte arcuata che sembra debba crescere e decrescere come la marea sotto un ponte di Venezia.
«Capodistria, succiso adriaco fiore:»
Pochi giorni innanzi, avendo a bordo come pilota il fuoruscito Nazario Sauro nato all’ombra della colonna di Santa Giustina, avvistava dalla torretta del Jalea emerso la città dei cinque Dogi, e la salutava prima d’immergersi;
quindi, posato sul fondo di quei paraggi rimasto republicano e veneto come la Piazza Grande, si stendeva a fianco del pilota fraterno, beati entrambi in un medesimo sogno come se fossero per dormire sotto il voltone della scala comunale e per essere risvegliati all’alba dalle campane dell’arengo.