Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #33

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Le ferrovie e i piroscafi ce li restituivano a decine, a centinaia di migliaia.

Molti io ne vidi scendere ai primi dell’agosto 1914 per la grande porta settentrionale d’Italia, per la via del Brennero.

Tornavano stanchi, affranti, sgomenti e preoccupati del domani, avviliti per le perdite pecuniare, avviliti pei mali trattamenti.

Ma bastava che uno intonasse una canzone d’Italia, un ritornello, perchè quanti erano stipati in una carrozza e assai spesso in un carro merci, o quanti stavan bivaccando, nell’attesa, fra binario e binario, cambiassero l’espressione del dolore in quella della gioia.

E i più non attendevano d’aver varcato il vecchio confine, di aver finito il non lieto incontro coi treni dei soldati austriaci su cui era scritto: Direttissimo per Parigi, per Londra, e per Pietrogrado;

non attendevano di essere in terra di libertà per sventolare bandiere e fazzoletti tricolori.

Tornarono a legioni, tornarono quasi tutti gli emigranti e si ricondussero alle dimore loro, ma non col gruzzolo che eran soliti portare a Natale;