Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #53
Autore | Prezzolini, Giuseppe |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | R. Bemporad |
Luogo | Firenze |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | Biblioteca Comunale di Trento |
N Pagine Tot | XV, 398 |
N Pagine Pref | 15 |
N Pagine Txt | 398 |
Parti Gold | 2-405 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Essi, i lavoratori per eccellenza, dovettero rimanere con le braccia incrociate, trasformati da sostenitori della loro famiglia in parassiti del misero peculio, della magra scorta delle loro donne.
Rimasero disoccupati, nel momento in cui la vita cresceva spaventosamente di prezzo.
Questa fu la vigilia di guerra dei nostri alpini.
Vigilia di guerra nella quale sentivano, subivano tutti i danni del flagello scatenatosi, senza toccare alcuno dei compensi materiali non solo; ma senza essere in grado di farsi, per la ormai inevitabile partecipazione dell’Italia, quella preparazione morale che il popolo più minuto, più modesto potea farsi nelle città, nei maggiori centri abitati.
Giacchè la caratteristica essenziale dei paesi alpini è l’isolamento, terribile specialmente d’inverno.
Noi conosciamo la montagna d’estate, quando in mezzo ad essa sorgono cittadine avventizie e si improvvisano centri di vita, lì, ove nell’inverno è squallore e morte.
Non conosciamo invece, o ben scarsamente e raramente, la montagna ove si vive senza giornali, con pochi libri, senza circoli, senza ritrovi, senza caffè, dove il ritmo della vita pubblica pulsa lento, lento.