Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #58

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Noi conosciamo la montagna d’estate, quando in mezzo ad essa sorgono cittadine avventizie e si improvvisano centri di vita, lì, ove nell’inverno è squallore e morte.

Non conosciamo invece, o ben scarsamente e raramente, la montagna ove si vive senza giornali, con pochi libri, senza circoli, senza ritrovi, senza caffè, dove il ritmo della vita pubblica pulsa lento, lento.

Non conosciamo la montagna che si avvolge nel sonno letargico, dove la vita si limita alla patriarcale raccolta di tre o quattro generazioni di una famiglia intorno al focolare, e non si hanno altre notizie da commentare all’infuori di quelle fredde e scolorite che il prete annuncia dal pulpito, o di tanto in tanto comunica il maestro o il medico.

I reduci dalle terre straniere, gli alpini che attendevan nei paeselli natii la chiamata alle armi, nulla seppero del fervor di vita che dal marzo al maggio decorso si schiuse nelle cento città d’Italia; nulla della magnifica preparazione del popolo delle città e dei borghi, che ascoltava la parola dei suoi migliori uomini politici, che col fiorir della primavera rievocava l’epica gesta dei mille, del popolo che si abbandonava a vere esplosioni e deliri del sentimento.

Tutto ciò non seppero i montanari che attendevano di tramutarsi in soldati;

quella forza misteriosa e immensa, che è data dalla suggestione della folla, essi non subirono.

Eppure, a guerra scoppiata, fu a questi montanari affidato il più difficile compito.