Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #23

Torna alla pagina di ricerca

AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Fu un errare lungo, confusamente dispersi per boschi e borri, ruinando a ogni passo con risa e bestemmie, senza un’idea precisa né di dove eravamo, né di dove bisognasse andare.

Dei soldati che distaccavamo in ricognizione si smarrivano e non si vedevano più, altri tornavano senza aver trovato nulla, o con informazioni evidentemente errate.

Tanto che alla fine stanchi, scoraggiati, dovemmo prendere una decisione e fu che ognuno si fermasse dove si trovava e lì aspettare l’alba che ormai non era più lontana.

Fu così che il capitano Borri ed io ci stendemmo sul margine di un sentiero con la testa appoggiata ad un sacco pieno di qualcosa che non riuscimmo a capire che fosse, abbandonato o perso da qualche altro reparto passato di lì prima di noi; e giacchè era impossibile dormire, andavamo considerando tutto quello che ci circondava e che in quella congiuntura assumeva un che di stranamente fantastico.

Il bosco nero che si sentiva pieno di soldati brulicanti fra i sassi e i cespugli; i riflettori che vibravano in giro per l’aria i loro fasci diritti di luce rischiarando ogni tanto i nostri visi attoniti, le tende tese qua e là, i tronchi delle piante alte ed accanto a noi gruppi d’altri corpi rannicchiati nell’erba.

Ciò che colpì me sopratutto fu una luce vaga verdastra, d’origine ignota che improvvisamente m’apparve in una scavatura del terreno dall’altra parte della stradicciuola.

Era una specie di scia luccicante come di acqua spanta dove si riflettesse la luna.