Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #74

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

3.

E la grandezza di questo popolo si manifesta tanto più grande quando si pensi che non ha mai saputo veramente — dico il vero popolo, i più — per quali ragioni si batte.

Cosa volete che importi ai nostri contadini della civiltà latina e della kultur germanica e del loro antagonismo:

Come volete che i nostri pastori e i nostri fabbri e i nostri carbonai abbiano una idea precisa del pangermanismo e della Medieuropa, di Lutero e di Kant:

Cosa volete che importi ai nostri verniciatori, ai nostri facchini, ai nostri butteri della politica mondiale, della porta aperta, delle colonie, della ferrovia di Bagdad e del porto di Anversa:

Sono, tutti, brava gente, avvezza a lavorare dalla mattina alla sera, dal primo gennaio al trentuno dicembre, che chiedevano soltanto un po’di pane e di companatico il giorno, un po’d’amore la notte, un bicchier di vino la domenica.

Eppure tutti costoro, contadini delle campagne, operai delle città, hanno ubbidito, sono andati, hanno sofferto, sono stati feriti, amputati, uccisi e si son contentati di sapere che bisognava pigliare Trento e Trieste.