Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #153
Autore | Prezzolini, Giuseppe |
---|---|
Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | R. Bemporad |
Luogo | Firenze |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | Biblioteca Comunale di Trento |
N Pagine Tot | XV, 398 |
N Pagine Pref | 15 |
N Pagine Txt | 398 |
Parti Gold | 2-405 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
li avrei regalati: non si deve far cosi».
Ma intanto provavo una sensazione speciale, che mi avvinceva l’animo dolcemente: quella stessa sensazione che si destava in me, quando vedevo qualcuno dei nostri soldati appropriarsi furtivamente d’una rosa o d’una viola, togliendole dal bicchiere d’un compagno.
I libri che, in generale, incontravano maggior favore erano i romanzi di avventure:
«L’Ammiraglio naufragatore» del Giannella, i «Pescatori di Trépang» del Salgari, i lavori di Ponson du Terrail e, non ultima, la storia di «Genoveffa» del canonico Schmid.
Molti calabresi mi chiesero la vita di Musolino, o qualche opera, dove si parlasse di briganti, di fughe, di rapimenti.
Io cercavo di temperare questi entusiasmi non troppo giustificati, alternando i generi di letture e procurando così ai miei clienti sensazioni diverse, ma non meno gradite: giacchè, se il nostro popolo si accende di ammirazione per le imprese ardimentose ed anche piratesche, se sente tutto il fascino dell’ignoto e del pericolo, si commuove pure dolcemente davanti a scene di soavità e di pietà.
Ed è un dovere far vibrare le corde più delicate e più riposte della sua anima, affinandone il sentimento, volgendo a nobili intenti gl’impulsi primitivi e talora selvaggi: