Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #107

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Rifiutarono la salvezza apparsa d’improvviso all’orlo della loro infinita tragedia; ripiombarono nella lotta senza speranza.

Per allontanarsi più presto, con sforzi crudeli per le dita irrigidite, spezzarono due assicelle della gabbia di salvataggio e ne fecero due tronconi di remo.

Con sorpresa, ma senza rimpianto, videro dileguarsi verso la terra lontanissima, di contro all’alba che nasceva, l’ombra di quella lunga lancia montata da diciotto uomini.

E verso la catena dentata dei Monti Acrocerauni, che cominciava ora a profilarsi lieve lieve sui dorsi cirrosi dei flutti, diressero anch’essi, aiutandolo coi piedi tor risucchio con le dita sanguinolente conficcate dentro le fenditure della pietra;

poi di onda in onda, di scoglio in scoglio, cogliendo il tempo giusto per farsi trasportare dall’acqua senza sfracellarsi contro i massi, affannati, ischeletriti, irriconoscibili, riuscirono a prendere terra.

Fu allora che il guardiamarina Castrogiovanni vide in lontananza, sballottata sulla costa, la lancia vuota della sua torpediniera, quella su cui erano montati i diciotto austriaci incontrati nella notte sette ore innanzi.

Dubitò che i nemici fossero stati costretti dal mare ad approdare in quel punto.