Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #71
Autore | Prezzolini, Giuseppe |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | R. Bemporad |
Luogo | Firenze |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | Biblioteca Comunale di Trento |
N Pagine Tot | XV, 398 |
N Pagine Pref | 15 |
N Pagine Txt | 398 |
Parti Gold | 2-405 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Noi l’abbiam visto tornare illeso da luoghi dove cento e cento sarebbero morti.
lo abbiam visto marciare ritto senza curvarsi contro la mitragliatrice e il cannone.
I proiettili cascano davanti a lui, hanno paura del suo sorriso.
E il mito correva dall’Adige al Leno, dall’Altissimo al Coni Zugna, dal Pasubio al Col Santo.
Egli era contento di vedere i suoi maggiori figlioli e i più giovani, le reclute, di sapersi in mezzo a una generazione di alpini.
La guerra santa gli aveva richiamato quindici o venti classi dei suoi ragazzi e ognuna di quelle faccie di intrepidezza gli ricordava anni di virilità, giorni di gloria, mattinate grigie di caserma, marce alla Malga sotto la neve, marce all’oasi sotto il sollione.
Aveva stretto mille, duemila, diecimila mani rozze, buone alla piccozza, buone ad afferrare il nemico alla gola, mani callose di montanari che avevan lasciato la moglie incinta e l’olivo non potato e il fieno non falciato, ma avevan detto a tutti partendo: