Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #37
Autore | Prezzolini, Giuseppe |
---|---|
Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | R. Bemporad |
Luogo | Firenze |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | Biblioteca Comunale di Trento |
N Pagine Tot | XV, 398 |
N Pagine Pref | 15 |
N Pagine Txt | 398 |
Parti Gold | 2-405 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
In tal caso l’uomo chiama la donna e le taglia ai fianchi due fiocchi della cintura dichiarandola libera.
Questo concetto rammenta l’uso antichissimo della schiavitù della donna.
E la donna, almeno apparentemente, è schiava o, più propriamente, sottomessa in tutto all’uomo così tra gli Albanesi cristiani, come tra i musulmani.
Due usi ciratteristici del popolo Albanese sono l’ospitalità (me prit mikun, ovvero «ricevere l’amico») e la vendetta (giak, ghiak, o «sangue», «vendetta di sangue»).
Nell ospi talità del Malissoro s’impernia il sentimento del dovere principale verso il prossimo, nella vendetta si nasconde l’onore individuale, quello della famiglia e della tribù.
Sotto questo aspetto l’Albanese ha punti di contatto assai evidenti specialmente con gli isolani delle grandi isole mediterranee.
L’ospitalità fra gli Albanesi è un dovèere consuetudinario dal quale nessuno oserebbe derogare.