Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #105

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Ciò nondimeno il Governo Imperiale e Reale, fedele allo spirito dell’accordo austro-ungarico - italiano riguardante l’Albaia, vedendo nella questione albanese uno dei problemi di politica generale circa il quale la collaborazione dell’Austria - ungheria e dell’Italia potrebbe eventualmente continuare in avvenire, si dichiara sempre disposto a discutere con il Governo del Re i reciproci interessi in Albania sulla base della situaone presente o di sottomettere a revisione i comuni accordi qualora dei cambiamenti politici futuri lo facessero apparire necessario per l’una o l’altra delle due parti.

Passando quindi ad esaminare gli impegni da prendersi dalItalia, il Barone Burian mi ha fatto conoscere che il Governo imperiale e Reale teneva a far notare che la Turchia essendosi unita all’Austria-Ungheria ed alla Germania, per il fatto della sua partecipazione alla guerra, la neutralità, al mantenimento della quale l’Italia si obbligherebbe fino alla fine della guerra, dovrebbe includere egualmente l’Impero Ottomano.

Quanto all’articolo II il Barone Burian mi ha detto che Governo Imperiale e Reale accetterebbe le proposte in esso formulate qualora fosse inserito nell’articolo stesso dopo le parole «guerra attuale» la frase «relativamente pure ai vantaggi territoriali od altri che risultassero per l’Austria-Unghea dal trattato di pace che terminerà la guerra attuale».

Ed ha aggiunto che la rinunzia per parte del Governo Imperiale e Reale a un compenso per l’occupazione italiana delle isole del Dodecanneso sarebbe subordinata pure a tale condizione.

Per ciò che riguarda infine l’articolo IX il Barone Burian mi ha fatto conoscere che senza essere ancora in grado di presare la quota parte del debito pubblico concernente i territori da cedersi all’Italia, nè la somma globale che l’Austria - Ungheria dovrà reclamare a titolo di indennità per investimenti fatti dallo Stato nel territorio in questione, il Governo Imperiale e Reale deve ciò nondimeno dichiarare fin da ora che la cifra proposta dal Regio Governo sarebbe del tutto insufficente e non rappresenterebbe nemmeno approssimativamente una indennità equa.

Ed ha aggiunto che per non citare che un punto doveva constatare che il valore solo degli edifici militari trovantisi nel territorio da cedere all’Italia sorpassano notevol mente la somma totale proposta dal Regio Governo.

Ma non volendo intralciare la conclusione dell’accordo con delle contese d’ordine finanziario, il Governo Imperiale e Reale si dichiarava pronto a sottomettere la questione dell’indennità pecunaria qualora vi fosse disaccordo con il Regio Governo, al Tribunale Arbitrale dell’Aja.