Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #42

Torna alla pagina di ricerca

AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Ognuno intende di quale incommensurabile valore sia per l’Austria e per la Germania questo leale contegno dell’Italia.

Se l’Austria, infatti, fosse costretta a immobilizzare verso l’Italia un adeguato corpo di osservazione, nel momento in cui ha bisogno sin dell’ultimo suo soldato per condurre l’aspra guerra tra le montagne della Serbia e per fronteggiare la minaccia russa, vedrebbe delinearsi la probabilità di una disfatta.

Astenendosi perciò da ogni movimento di truppe al confine austriaco, l’Italia rende alle sue alleate il massimo servizio che le sia possibile rendere.

Diciamo il «massimo» perchè una partecipazione attiva al conflitto, vale a dire anche soltanto una minaccia al confine occidentale nel caso che la Francia entrasse nel gioco della guerra, non sarebbe consentita dal popolo italiano.

Questo contegno del governo si trova sinora in rispondenza perfetta coi voti dei partiti che rappresentano più direttamente le classi popolari e proletarie.

Cos’han chieato i socialisti ufficiali nel loro ordine del giorno di Milano:

che il proletariato italiano non sia costretto a impugnare le armi a servizio delle alleate per sopraffare un popolo libero.