Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #19
Autore | Prezzolini, Giuseppe |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | R. Bemporad |
Luogo | Firenze |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | Biblioteca Comunale di Trento |
N Pagine Tot | XV, 398 |
N Pagine Pref | 15 |
N Pagine Txt | 398 |
Parti Gold | 2-405 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Un autografo del Capo dello Stato Maggiore segnava a piè di una relazione sugli apparecchi al confine, questo rammarico;
«Oh: perchè non fui ascoltato quando propugnai di attaccare l’Italia nel 1908:».
Rimpiangeva egli piamente, come perduti, i giorni della catastrofe calabro-sicula:
Conrad è messo momentaneamente in disparte, perchè sembra ad Aehrenthal troppo audace e forse prematuro il suo piano; ma appena rinnovata con anticipazione l’alleanza, «perchè l’Austria non voleva vi fossero alla Conferenza di Londra atteggiamenti italiani come quelli della Conferenza di Algeciras», con la influenza poderosa dell’arciduca e per nostra umiliazione suprema.
Il Capo dello Stato Maggiore era restituito al suo posto.
Si avvicinano i giorni dei decreti di Hohenlohe, e malgrado il progettato convegno di Abazia, i rapporti tra i due alleati, anche per le audaci cospirazioni austriache a Durazzo, si fanno sempre più tesi.
E di quel convegno uno dei risultati sarà questo: il Conte Berchtold riconosce la gravità del problema degli italiani dell’Impero, ma afferma essere male senza rimedio.