Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #62

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Il 30 luglio, l’ambasciatore Merey disse al marchese Di San Giuliano le seguenti parole:

«L’Austria non può fare una dichiarazione impegnativa al riguardo, perchè non può prevedere se nel corso della guerra non sarà obbligata, contro la sua volontà, a conservare dei territori serbi».

(Commenti animati).

E il 29 luglio Berchtold aveva fatto intendere ad Avarna che «non sarebbe stato disposto a prendere impegno alcuno circa quanto gli aveva detto in ordine all’eventuale condotta dell’Austria nel caso di conflitto colla Serbia».

Dove è dunque il tradimento:

Dove è dunque il tradimento, dove l’iniquità, dove la sorpresa se, dopo nove mesi di sforzi vani per arrivare ad un’intesa onorevole, la quale riconoscesse in equa misura i nostri diritti e tutelasse i nostri interessi, noi riprendemmo la nostra libertà d’azione e provvedemmo come l’interesse della Patria ci consigliava:

Sta invece in fatti che Austria e Germania credettero fino agli ultimi giorni di avere a fare con una Italia imbelle, rumorosa ma non fattiva, capace di tentare un ricatto, non mai di far valere colle armi il suo buon diritto, con una Italia che si potesse paralizzare spendendo qualche milione e frapponendosi con inconfessabili raggiri fra il Paese e il Governo.