Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #67

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Dove è dunque il tradimento, dove l’iniquità, dove la sorpresa se, dopo nove mesi di sforzi vani per arrivare ad un’intesa onorevole, la quale riconoscesse in equa misura i nostri diritti e tutelasse i nostri interessi, noi riprendemmo la nostra libertà d’azione e provvedemmo come l’interesse della Patria ci consigliava:

Sta invece in fatti che Austria e Germania credettero fino agli ultimi giorni di avere a fare con una Italia imbelle, rumorosa ma non fattiva, capace di tentare un ricatto, non mai di far valere colle armi il suo buon diritto, con una Italia che si potesse paralizzare spendendo qualche milione e frapponendosi con inconfessabili raggiri fra il Paese e il Governo.

(Applausi vivissimi).

Sovrani e ministri stranieri hanno parlato dell’alleanza, che noi abbiamo denunciata dopo che essi sostanzialmente l’avevano infranta, come di una Provvidenza sotto le cui grandi ali l’Italia ha vissuto per tanti anni, si è sviluppata economicamente e si è territorialmente accresciuta.

Non negherò, sarebbe stoltezza, i benefici dell’alleanza; benefici però non unilaterali, ma di tutti i contraenti, e non forse più di noi che degli altri.

Perchè, altrimenti, gli Imperi centrali l’avrebbero voluta e rinnovata:

Era forse un sentimentale, un innamorato del bel paese dove fiorisce l’arancio, il principe Ottone di Bismarck: