Voci della Grande Guerra

Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #124

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AutorePrezzolini, Giuseppe
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreR. Bemporad
LuogoFirenze
Data1918
Genere TestualeMemorie
BibliotecaBiblioteca Comunale di Trento
N Pagine TotXV, 398
N Pagine Pref15
N Pagine Txt398
Parti Gold2-405
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

2° un confine militare sicuro, che sostituisse quello che nel 1866 ci fu imposto e per il quale le porte e le sponde d’Italia sono aperte ai nostri avversari;

3° una posizione strategica nell’Adriatico meno malsicura, meno infelice di quella che abbiamo, e di cui si vedono in questi giorni gli effetti.

Tutti questi vantaggi, per noi essenziali, ci erano sostanzialmente negati.

L’offerta, a grado a grado accresciuta, del Trentino, non arrivava, non è mai arrivata, all’Alto Adige, ed escludeva l’Ampezzano, quella Cortina in cui i nostri soldati sono ora gloriosamente giunti, (applausi vivissimi) nonchè la parte superiore, indubbiamente italiana, della Val di Non, col pretesto per l’Ampezzano che si trattasse non di genti italiane ma di genti ladine:

(breve ilarità) come se la differenza tra ladini ed italiani non fosse infinitamente minore che tra ladini e tedeschi.

E noi non vi aspiravamo per l’importanza di quei territorii, ma perchè col confine segnatoci dall’Austria, in cui potere sarebbero rimaste le testate delle valli, avremmo avuto, come prima, aperte la porte di casa nostra.

Nel Libro Verde si può leggere un ingenuo documento austriaco in cui si dice press’a poco: