Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #129
Autore | Prezzolini, Giuseppe |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | R. Bemporad |
Luogo | Firenze |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | Biblioteca Comunale di Trento |
N Pagine Tot | XV, 398 |
N Pagine Pref | 15 |
N Pagine Txt | 398 |
Parti Gold | 2-405 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
E noi non vi aspiravamo per l’importanza di quei territorii, ma perchè col confine segnatoci dall’Austria, in cui potere sarebbero rimaste le testate delle valli, avremmo avuto, come prima, aperte la porte di casa nostra.
Nel Libro Verde si può leggere un ingenuo documento austriaco in cui si dice press’a poco:
No, questo non possiamo darvelo, perchè ci guasterebbe il confine militare.
Ma non si trattava di un confine militare di difesa per l’Austria, nel qual caso sarebbe stata giusta la pretesa di non lasciarsi aperta la porta di casa sua, bensi di un confine militare di offesa per l’Italia, perchè si trattava — lo ripeto — di lasciare aperte le porte di casa nostra.
Sull’Adriatico nessuna concessione ci fu mai offerta, neanche all’ultimo.
E quando noi, col pianto nell’anima, ma pensando che ogni massimo sforzo si dovesse fare per evitare una guerra, ci piegammo a chiedere come minimo che Trieste e una zona circostante fossero considerate non parte del Regno d’Italia, ma non più parte dell’Impero austriaco, e fossero costituite a Stato libero, questo ci fu negato, e a Trieste si promise che cosa:
l’autonomia amministrativa: