Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #43
Autore | Prezzolini, Giuseppe |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | R. Bemporad |
Luogo | Firenze |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | Biblioteca Comunale di Trento |
N Pagine Tot | XV, 398 |
N Pagine Pref | 15 |
N Pagine Txt | 398 |
Parti Gold | 2-405 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Abbandonandoli, questi popoli rimangono nemici nostri; avendoli sono sottratti all’esercito nemico e alleati al nostro».
(XLV, pag.
215 - 216).
La sciagurata pace di Vienna (3 ottobre) per la quale la monarchia austriaca oltre a conservare le terre da noi reclamate invano, ci umiliò col dono del Veneto a Napoleone, e ci costrinse a subire quella linea orientale di confine che fu chiamata una vera porta aperta nel territorio della nostra patria, spezzò le tradizioni generose del nazionalismo nostro, e ci asservi a quel diritto di conquista che pesò per tanti anni sul nostro paese.
Da Vienna a Brindisi, l’Italia non aveva un posto di guerra da contrapporre alle formidabili basi strategiche - dell’erta costa orientale, frastagliata, rotta a canali, con baluardi di isole, saldo riparo alla flotta, da Cattaro a Pola.
La fosca previsione di Mazzini purtroppo si doveva avverare:
«Accettando, o Italiani, la pace che vi è minacciata, non solamente porreste un suggello di vergogna sulla fronte della nazione, non solamente tradireste vilmente i nostri fratelli dell’Istria, ma sospendereste voi stessi sulla vostra testa la spada di Damocle dell’invasione straniera».