Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #7
Autore | Prezzolini, Giuseppe |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | R. Bemporad |
Luogo | Firenze |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | Biblioteca Comunale di Trento |
N Pagine Tot | XV, 398 |
N Pagine Pref | 15 |
N Pagine Txt | 398 |
Parti Gold | 2-405 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
In primo luogo l’Italia non ha alcuna ragione di sconfessare o di rinnegare i suoi trentadue anni di Triplice Alleanza:
non ha ragione di vergognarsene nè di maledirli nè di farne come che sia ammenda verso sè stessa e tanto meno verso gli altri.
La Triplice Alleanza non era una lega di guerra, era una posizione di equilibrio in tempo di pace, in un periodo di pace europea tra due periodi di guerra.
Era anzi, per l’Europa in genere e per l’Italia in ispecie, la sola posizione di equilibrio possibile.
Noi eravamo geograficamente e storicamente tra la Francia e l’Austria.
La Francia ci aveva aiutati nel nostro risorgimento nazionale; e un po’per questo fatto, un po’per la sua tradizionale ed incuriosa ignoranza dell’animo e delle forze reali degli altri popoli, italiano compresi, credeva in buona fede ad una nostra naturale ed immutabile inferiorità, e — ad onta del nostro sacrificio di Nizza e della Savoia — al suo diritto di averci satelliti eternamente umili e riconoscenti della sua politica europea e mondiale.
E la nostra indigena democrazia massonico - cavallottiana faceva del suo meglio per convincerla e per convincerci che essa aveva perfettamente ragione.