Tutta la guerra: antologia del popolo italiano sul fronte e nel paese Frase: #23
Autore | Prezzolini, Giuseppe |
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Professione Autore | Scrittore, giornalista |
Editore | R. Bemporad |
Luogo | Firenze |
Data | 1918 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | Biblioteca Comunale di Trento |
N Pagine Tot | XV, 398 |
N Pagine Pref | 15 |
N Pagine Txt | 398 |
Parti Gold | 2-405 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Ci consentono di portare tutto il peso della nostra forza materiale e spirituale in uno dei due colossali gruppi di popoli che si contendono il diritto di dare al mondo la sua nuova storia, unica tra le grandi potenze cui sia rimasta fino all’ultimo incondizionata non solamente la libertà della scelta ma anche quella del tempo e del modo.
Significa questo forse che noi avevamo verso i nostri ex-alleati un pesante debito di gratitudine:
Niente affatto.
Per essi, non meno che per noi, la Triplice era una posizione di equilibrio e di necessità.
E se ne sono giovati quanto noi e forse più di noi, la Germania per organizzare la sua formidabile potenza attuale e gettare sul mondo le maglie soffocanti della sua rete industriale, l’Austria per tenere in vita la sua ibrida compagine e per imporre anche, più di una volta, all’Europa il rispetto della sua, sia pure idiota, politica balcanica.
E se ne sono giovati anche contro di noi, per tentare la conquista economica del nostro paese come ha fatto la Germania, per insidiare impunemente l’italianità delle terre irredente come ha fatto l’Austria, per paralizzare la nostra azione internazionale e militare come hanno fatto l’una e l’altra durante la guerra di Libia.
E nemmeno significa che noi dobbiamo oggi, come che sia, rimpiangere il violento fallimento della lunga alleanza.