Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #14
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Mi scuserete della libertà che mi prendo di mandarvi un piccolo campione (Frutto della cuerra).
Questa è unispezione che siamo costretti a fare tutti i giorni, altrimenti non si potrebbe dormire.
Sino che eravamo al masatorio cioè in prima linea, in rischio di farci macelare ogni minuto, e ci trattavano un po’meglio (perché avevano paura più di noi, e quando si fava per avanzare cridavano avanti, avanti altrimenti vi sparo.
Altro che dire nella stampa, e voi certo l’avrete letto sul Corierre del 10 Novembre che spiegava quei drapelli della morte che vano sieriamente e volontariamente a quella pericolosissima operazione di mettere sotto i reticolari i tubi di alto espluzione, e di tagliare i fili; che specialmente chi va non tornano più.
Bisognerebbe essere qui a vedere se vano volontari:
come pubblica la stampa Vi daro un saggio come fano.
Sicome che volontare, a contro la morte non se ne trovano certo.