Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #11
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Caro zio non è ne colpa mia né tua che è tardato a scrivere perché avendo fatto doppio viaggio ora spero che riceverai.
Spero che avrai ricevuta la lettera che ti ha scritto il Serafino dopo di questa che si trovava qui a casa in quei giorni che abbiamo ricevuta la tua lettera d’incoraggiamento per me che tanto ti ringrazio e che desidero che non abbia a succedere alla zia una cosa si trista perché credo bene che tu non verrai in questo maccello che qui tutti gli uomini e giovani sono inclinati alla via della morte che vengo quasi fuori di senso al pensare di doverci tornare in quei posti maledetti quelli che sono stati al fronte vengono tutti in licenza per 15 giorni, ma caro zio se tu li vedessi non sembrano più loro poveri uomini e giovani sono gialli con gli occhi fuori dalla testa con la pelle sollevata dal freddo e pieni di croste nere che sembra alla roggna senza esagerare niente.
Poveri uomini non cè più niente che li fa ridere né divertire dicano tutti ci ancora venuti questa volta a trovarvi, ma non ritorneremo più pensando alla bella vita di trincea e tutti i martiri che anno da passare.
Mio caro Serafino finora è stato ancora fortunato di aver preso quel colpo che finora è sempre a Torino, è un poco disgraziato del braccio sinistro, ma ringrazio che non ne avesse di più.
Speranzosa che questa vi trovi tutti e due in salute come per il presente posso dirvi di noi tutti.
Sono la vostra nipote Celestina
Tanti saluti dal mio marito e padre e dai cari bambini una stretta di mano Celestina