Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #9
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Pochi giorni dopo averti scritto la mia ultima, il mio reggimento, fu chiamato di rincalzo sul Carso.
Purtroppo, in quel settore, le cose stanno ancora come quando ne partimmo la prima volta:
la guerra di trincea, è la nostra terribile nemica permettendo essa al nemico, che dispone di forze a noi numericamente molto inferiori, una resistenza tenace, resa sempre più formidabile dai mille nuovi ordegni che la scienza appresta all’uomo per meglio uccidere:
Dopo aver assolto il nostro compito, tornammo in Italia per finire in santa pace il nostro periodo di riposo;
ma neanche questa volta dovevamo aver fortuna:
nella notte del 14 gennaio, gli austriaci, con attacco di sorpresa, penetravano nelle nostre linee e se ne impossessavano.
Il 15 venne a noi improvvisamente l’ordine di partire per la fronte di Oslavia dove il nemico era riuscito ad impossessarsi delle nostre trincee.