Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #37
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
ma eravamo tanto stanchi che ci apparve come una liberazione:
Salutando i cari caduti, iniziammo con ordine la ritirata che si svolse indisturbata:
anche gli austriaci dovevano essere tanto stanchi:
Nelle notti seguenti mi toccò (unico graduato del mio plotone) tornare sempre ad Oslavia di pattuglia per raccogliere i fucili e le munizioni abbandonate e per vedere se il nemico avanzava.
Ma anche gli austriaci limitavano la loro attività alle semplici pattuglie che, come le nostre, dovevano aver l’ordine di non far fuoco che in casi estremi.
Il giorno 12 febbraio ci veniva dato il cambio ed ora siamo qui per godere un po’di riposo.
Ti ho annoiata parlandoti molto di Oslavia ma, cosa vuoi che ti avessi scritto: